Vini

L’Amaro della Santuzza, il liquore alle erbe in onore di Santa Rosalia

Il Santuario di Santa Rosalia è una meta che attrae migliaia di pellegrini e turisti ­tutto l’anno,  in particolare a settembre, mese in cui, a cominciare dal giorno 4, si festeggia la Santuzza.

Oltre ad essere un luogo di culto suggestivo e pieno di sacralità, il santuario nasconde delle sorprese che lo rendono particolarmente interessante anche per coloro che sono a caccia di tipicità locali. Noi siamo andati a curiosare e abbiamo scoperto alcune  chicche da veri intenditori come  l’amaro della Santuzza.

Si tratta di un liquore alle erbe dedicato alla patrona di Palermo, preparato con una selezione delle specie vegetali che si trovano lungo il tragitto che va da Monte Pellegrino alla Quisquina, quello che di recente è stato battezzato “Itinerarium Rosaliae” ovvero il Cammino di Santa Rosalia.

Don Gaetano Ceravolo

L’idea si deve all’intraprendenza di Don Gaetano Ceravolo, al servizio del santuario dal 2008, che dopo aver assaggiato nel 2013 a casa di una coppia di amici, i coniugi Pizzuto, un liquore prodotto dall’azienda Sclafani di Bolognetta, decide di rivolgersi a questa per far produrre un liquore in onore della Santuzza.

Ci vorrà un anno per mettere a punto la “ricetta perfetta”. Nel novembre 2014 nasce così l’Amaro della Santuzza costituito da un infuso di finocchietto selvatico, mentuccia, iperico e aloe vera che insieme all’acqua, allo zucchero e al caramello, diventano i semplici ingredienti del primo ed unico “Amaro di Palermo” così come si trova scritto nell’etichetta che ben rappresenta­ lo spirito del liquore prodotto dall’ Opera Don Orione.

A sentire l’infaticabile Don Gaetano, poi, sembra che ci siano in serbo altre gustose novità da proporre in abbinamento all’Amaro della Santuzza. E chissà che prima o poi, per la gioia di tutti i winelovers devoti a Santa Rosalia, non ci sia anche un vino prodotto da una cantina siciliana con vitigni autoctoni che evochi la patrona di Palermo. Nell’attesa non ci resta, come sempre, che esclamare “Viva Palermo e Santa Rosalia! “.

Quando alla passione per il cibo, inteso nella sua accezione più nobile di storia e cultura della gastronomia, si unisce quella per la scrittura, può divenire forte l’esigenza di creare un contenitore in grado di riunire tutte le tematiche che ruotano intorno a questo inesauribile argomento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *