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Tenute Orestiadi, la masterclass dei cru introduce la 40^ edizione delle Orestiadi di Gibellina

E’ stata presentata, lo scorso 28 giugno, a Palazzo Sant’Elia a Palermo,  la 40ª rassegna delle Orestiadi di Gibellina, la manifestazione voluta da Ludovico Corrao che ha segnato la rinascita culturale della città di Gibellina.

In questa occasione sono stati anche presentati  i nuovi vini non ancora in commercio di Tenute Orestiadi, Il Bianco e Il Rosso di Ludovico, e lo spumante Metodo Classico che affinerà per 32 mesi sui lieviti. 

Nel 2021 sono 40 anni per le Orestiadi tra teatro, musica, poesia, arti visive, l’evento voluto da Ludovico Corrao, per oltre 25 anni sindaco della cittadina e senatore della repubblica in varie legislature. Il rinnovato incontro di anno in anno tra musicisti, poeti, artisti provenienti da tutto il mondo coi contadini, gli operai, gli artigiani, le donne e i giovani si concretizza nel coinvolgimento della comunità in scena, e delle maestranze locali per la realizzazione delle scenografie e dei costumi in un dialogo continuo tra arti performative e arti visive. Una caratteristica sempre presente nella città con le sue architetture e le sue opere en plein air. Art director, come tutte le ultime edizioni sarà Alfio Scuderi.

Alfio Scuderi

 

 

 

 

 

Tenute Orestiadi
Quella delle Tenute Orestiadi è una storia di forza, di orgoglio propositivo, di passione. Da qui parte il racconto di Tenute Orestiadi, nate nel 2008 nel cuore della Valle del Belìce, a Gibellina in Sicilia, dove profumi e colori mediterranei si intrecciano col mito e con l’arte. Trasformando in energia l’ardua risalita dopo un momento storicamente ed economicamente complesso, il terremoto del 1968, l’intera valle è diventata polo culturale e di dialogo per l’area del Mediterraneo. Fil rouge della ricostruzione lo stretto rapporto tra agricoltura ed arte, che diviene tratto identitario dell’azienda. Nel 2018, grazie alla condivisione di valori e al medesimo amore per il territorio, inizia una collaborazione con “La Gelsomina” realtà sull’Etna.

Un insieme di terroir unici, quelli di Gibellina e della Valle del Belìce, caratterizzati da una pluralità di suoli, da specifici microclimi e da differenti altitudini che generano vini frutto di passione e dedizione, oltre che di una profonda conoscenza della Valle e delle sue micro peculiarità. È questo il vero punto di forza dei vigneti coltivati all’interno della Valle del Belìce. Qui terra rossa, bianca e nera si incontrano, si avvicinano fin quasi a sfiorarsi, donando la giusta sfumatura di colore per ogni varietale, dipingendo paesaggi unici e permettendo a chi si dedica allo studio dei suoli di trovare le terre più vocate per ciascuna cultivar.

 

L’occasione dell’anniversario è stata favorevole per dare vita ad una masterclass, per stampa e operatori, di presentazione delle nuove annate non ancora in commercio dei due cru di Tenute Orestiadi, “Il Bianco di Ludovico” 2018 (Catarratto e una quota di 10% Chardonnay) e “Il Rosso di Ludovico” 2016 (Nero d’Avola oltre al 10% di Cabernet Sauvignon), unitamente al primo spumante Metodo Classico, futuro 32 mesi, che ha affinato fin oggi solo 24 mesi sui lieviti, da uve Carricante provenienti dai vigneti della zona di Gibellina vecchia, proprio pochi metri sopra il “Cretto” di Alberto Burri, straordinaria opera di land art, costruito tra il 1984 e il 1989 sulle macerie di una Gibellina rasa al suolo dal terremoto della Valle del Belìce del 1968.

A condurre la masterclass Luigi Salvo, giornalista e sommelier e Giovanni Manzo, enologo di Tenute Orestiadi.

Metodo Classico Brut 2018
Il vitigno Carricante coltivato in altitudine sulle colline di Gibellina caratterizza questo vino rifermentato in bottiglia, sboccato per l’occasione della presentazione con 24 mesi sui lieviti, terminerà il suo percorso raggiungendo i 32 in bottiglia.
Nel calice mostra un  perlage fine e persistente dal colore paglierino brillante.  All’olfatto propone  nette sensazioni di crosta di pane, floreali di acacia, fruttate di pera e pesca bianca, agrumi ed erbe aromatiche. In bocca  il sorso è fresco e pungente dal  finale persistente caratterizzato da note minerali.

Il Bianco di Ludovico riserva 2018
Blend di
Catarratto 90%, Chardonnay 10%, le vigne si trovano proprio a Gibellina vecchia, vicino al cretto di Burri, ad un’altitudine che supera i 600 metri sul livello del mare, e godono di grandi escursioni termiche.
Dopo la vendemmia manuale si compie una criomacerazione a 4 gradi per 4 ore, si procede con la pressatura soffice a cui segue una fermentazione nata da lieviti spontanei, che dura 20 giorni a temperatura controllata. Solo a questo punto
Cataratto e Chardonnay si incontrano, seguono 6 mesi di affinamento sui lieviti con due bâtonnage a settimana. Per i successivi 6 mesi metà del vino affina in tonneaux di rovere francese, metà in acciaio.

Nel bicchiere è giallo paglierino brillante. Al naso offre un bouquet ampio che va dalle note floreali di  tiglio e gelsomino a quelle fruttate di frutta a polpa bianca rinfrescare da  note di erbacee ed agrumate. In bocca il  sorso è ampio  e fresco, dotato di persistenza aromatica grazie ad una buona sapidità e acidità. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Rosso di Ludovico riserva 2016

Nasce dal vitigno principe siciliano Nero d’Avola per il 90% e dall’internazionale Cabernet Sauvignon per il 10%, allevati a 600 mt di altitudine su terra nera franco-argillosa a Nord-Est della vecchia Gibellina, una zona nel quale il vento crea un microclima ideale che genera elevate differenze di temperature tra il giorno e la notte.
Il vino affina per 4-6 mesi in acciaio e successivamente per 16-18 mesi in barrique di rovere francese. Completa l’affinamento in bottiglia per circa 12 mesi.

Nel calice si presenta  colore rubino concentrato con riflessi purpurei  e offre all’olfatto sentori  di frutti rossi e spezie miste rese intriganti da accenni di  liquirizia, tabacco ed erbe aromatiche. In bocca il frutto è succoso e persiste a lungo al palato con un finale fresco, a tratti,   balsamico. 

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