Comfort food,  Tradizione

Fantasia di lenticchie, una gustosa zuppa con i simboli beneauguranti di Capodanno

A Capodanno, la tavola si riveste di simboli: lenticchie, melagrana, noci, castagne, uva, sono solo alcuni dei cibi “propiziatori” di una buona sorte che non possono mancare in occasione della notte in cui si passa dal vecchio al nuovo anno.

L’associazione tra il cibo con le tradizioni o superstizioni  trasforma il significato di alcuni alimenti attribuendo ad essi un valore allegorico. E’ il caso, ad esempio, delle lenticchie che a Capodanno sono ben augurali per la prosperità economica. La loro forma tonda e appiattita ricorda, infatti,  quella delle monete e l’usanza di mangiarle a Capodanno nasce da un antica tradizione che consisteva nel regalare proprio il 31 dicembre un borsellino pieno questi legumi con l’augurio che si sarebbero trasformati in denaro. Rappresentano, inoltre, anche un simbolo di prosperità perché, una volta cotte, aumentano di volume.

Anche la melagrana è un frutto dall’antico significato simbolico di fecondità e fortuna grazie alla prezioso valore dei semi rosso rubino contenuti al suo interno, da cui deriva l’usanza di mettere indumenti intimi rossi. In Grecia per Capodanno è tradizione che la prima persona che entra in casa getti una melagrana a terra, rompendola: più saranno i chicchi che si spargeranno per terra, maggiore sarà la fortuna che toccherà ai padroni di casa. Come tutti i frutti rivestiti da un involucro, il frutto del melograno, ricoperto da una spessa buccia di color giallo ocra, simboleggia anche l’augurio di trascorrere un nuovo anno al riparo dai problemi.

Le noci venivano considerate oggetti per la divinazione. Il capofamiglia ne prendeva dodici, le ricopriva con il sale e le poneva nella credenza. Il giorno dopo, a seconda di quale noce fosse più secca o umida capiva quale mese del nuovo anno sarebbe stato più secco o piovoso.

Le castagne sono conosciute anche come “pane d’albero” poichè rappresentavano un utile sostentamento per le popolazioni montane che rimanevano isolate anche per mesi a causa della neve. Dalle castagne si ricava una farina che trova ottimo impiego per la preparazione di pietanze sia dolci e salate così come la polenta, le frittelle. Già nel ‘700 in Francia, nella notte di San Silvestro le donne appartenenti all’aristocrazia le donavano per augurare prosperità.

Gli agrumi rappresentano anch’essi il denaro poichè la forma tonda dei frutti viene considerata bene augurale. In natura, infatti, tutto ciò che ha una forma circolare assume il significato di eternità. Nelle Filippine, affinché possa portare fortuna è necessario mangiarne tredici. Il mandarino cinese è anch’esso un agrume di piccole dimensioni, con forma ovale, simile a quella dell’uva, e di color arancione molto lucido. Proprio per queste sue caratteristiche estetiche, anch’esso simboleggia la ricchezza.

In Spagna e in Portogallo a mezzanotte si mangiano dodici acini di uva, uno per ogni rintocco della mezzanotte come buon auspicio per i dodici mesi del nuovo anno.
Di seguito vi proponiamo una ricetta che unisce in sè tutti questi ingredienti in modo da portare sulla vostra tavola di Capodanno una pietanza di buon auspicio.

Fantasia di lenticchie del “Buon Augurio”

Ingredienti per 4 persone

500 gr di lenticchie
una cipolla bionda
una melagrana
250 gr castagne senza buccia
12 noci
12 acini d’uva
un’arancia
un pezzetto di corteccia di cannella
olio d’oliva
sale e pepe q.b.

In una padella rosolate in olio d’oliva la cipolla tagliata a rondelle sottili con la cannella appena macinata, quindi unitevi il sale e il succo di arancia e coprite in modo da fare stufare per bene. A parte lessate, in acqua salata, separatamente le castagne e le lenticchie che, una volta cotte, unirete alla cipolla stufata. Coprite con acqua e lasciate cuocere un quarto d’ora circa con un coperchio. A questo punto unite, a fuoco spento, le noci sgusciate e spezzettate, i chicchi di melagrana e gli acini d’uva da cui avrete eliminato i semi. Servite fumante con un giro di olio extravergine di oliva accompagnando con crostini di pane tostato.

Quando alla passione per il cibo, inteso nella sua accezione più nobile di storia e cultura della gastronomia, si unisce quella per la scrittura, può divenire forte l’esigenza di creare un contenitore in grado di riunire tutte le tematiche che ruotano intorno a questo inesauribile argomento.

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