Eventi di "gola"

“U pisci r’ovu”, dalla saggezza popolare un piatto che si finge ciò che non è

Sono tanti i piatti della tradizione siciliana che strizzano l’occhio ad ingredienti da cui mutuano il nome e, in molti casi, anche le sembianze, pur essendo  preparati con prodotti completamente diversi. U pisci r’ovu ne è un esempio. Scopriamo insieme di cosa si tratta e come  prepararlo.

Il termine pisci r’ovu , in siciliano, come è facilmente intuibile, significa  “pesce di uovo”. Il nome trae in inganno, perché, in realtà, in questa pietanza il pesce non è affatto presente, esattamente come nella pasta con le sarde a mare. Si tratta, infatti, di una frittata dalla particolare forma arrotolata, una sorta di omelette, per dirla alla francese, che ricorda vagamente quella oblunga di un pesce da cui mutua il nome.

La leggenda racconta che questo piatto venisse preparato dalle mogli dei pescatori quando i mariti tornavano a mani vuote dalla pescata mattutina e dicevano loro “oggi pisci r’ovu!”.
Anche se si tratta di un piatto che dell’ingrediente “assente” non ha alcun sentore, vi assicuriamo che ha un sapore davvero gustoso dovuto alla felice combinazione delle materie prime con cui è preparato.
Di seguito,  riportiamo una gustosa ricetta, che, se volete, potete  arricchire con la salsa di pomodoro.

Pisci r’ovu

Ingredienti per 4 persone

Per l’impasto

  • 4 uova (preferibilmente di galline allevate all’aria aperta)
  • 50 gr di pecorino grattugiato
  • 150 gr di pangrattato
  • due spicchi di aglio
  • prezzemolo
  • olio extravergine d’oliva
  • sale e pepe q.b.

In una ciotola sbattete le uova, incorporate il sale, il pepe, l’aglio, il formaggio grattugiato, il pangrattato e, in ultimo,  il prezzemolo. Mettete sul fuoco medio la padella con 4 cucchiai d’olio e quando sfrigola versatevi dentro il composto. Appena la parte a contatto con il calore comincerà ad indurirsi sollevate la padella e  fate scivolare il composto crudo verso il suo fondo iniziando  ad avvolgere il primo lembo di frittata. Tirate la parte cotta e già arrotolata verso la parte alta della padella ripetete l’operazione fino a che tutto il composto sarà cotto e arrotolato. Al termine il rotolo avrà la forma di un pesce. Se lo vorrete, potrete condire con una salsa di pomodoro preparata con la cipolla e il basilico.

Quando alla passione per il cibo, inteso nella sua accezione più nobile di storia e cultura della gastronomia, si unisce quella per la scrittura, può divenire forte l’esigenza di creare un contenitore in grado di riunire tutte le tematiche che ruotano intorno a questo inesauribile argomento.

2 Commenti

  • Corrado Cugno

    La ricetta del pesce r’ovo è semplicemente scandalosa. Ma come si può pensare di aggiungere 150 grammi di pangrattato, e 50 di formaggio? Ma l’avete provata prima di pubblicarla? Chi ha pensato di dover fare la malta invece che una frittata tipica siciliana? Inqualificabile.

    • Manuela Zanni

      Buongiorno Corrado,
      ovviamente si. L’abbiamo provata e ci è venuta anche bene altrimenti non l’avremmo consigliata ai nostri lettori. In realtà u pisci r’ovu non è una frittata e,neanche, un’omelette. Ricordiamoci, infatti, che nasce per supplire alla mancanza di un altro ingrediente più sostanzioso come il pesce. Non deve stupire quindi che le nostre nonne abbondassero con il pangrattato e poi, come si dice, “melius abundare quam deficere” no? Nulla vieta, ovviamente di ridurre gli ingredienti a proprio gusto e anche di invertire le dosi tra formaggio e pangrattato per ottenere maggiore gusto e sapidità. La cucina è bella perché è varia e le ricette sono solo delle indicazioni che possiamo adattare alle nostre esigenze e modificare a nostro gusto. Continua a seguirci perché per noi ricevere un feedback dai nostri lettori è sempre uno stimolo per migliorarci. A presto

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