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E’ Carnevale: facciamo due chiacchiere?

Sia che si tratti dei pettegolezzi, sport prediletto di chi ama parlare dei fatti altrui preoccupandosi poco dei propri, sia che si parli di deliziose strisce di pasta croccante e friabile spolverate di zucchero a velo, ciò che accomuna entrambi è che siano facili da fare con poco, che si fanno in compagnia e, soprattutto, che  una tira l’altra. Se fosse un indovinello non sarebbe difficile capire che si tratta delle chiacchiere. Le origini  e la  semplice e gustosa ricetta  delle chiacchiere al forno.

Il suono del loro fragrante “scroccare” è  in grado di evocare il ricordo  di quando, da bambini,  vestiti in maschera, ci  si recava alle festicciole e si tornava a casa con gli abiti pieni dello zucchero a velo che, senza particolare cura lasciavamo cadere sui nostri abiti, come se si trattasse di  coriandoli.

In realtà le chiacchiere hanno un’antichissima tradizione che probabilmente risale a quella delle frictilia, dolci fritti nel grasso di maiale che nell’antica Roma venivano preparati proprio durante il periodo di Carnevale; questi dolci venivano prodotti in gran quantità poiché dovevano durare per tutto il periodo che nella tradizione cristiana viene definito Quaresima. Avevano una forma tonda e schiacciata ed erano vendute da donne con il capo cinto di edera.

Le frictilia venivano preparate durante i Saturnali e poi venivano distribuite alla folla. Il metodo della frittura  nel grasso,  si usava quasi a voler sottolineare l’importanza dell’opulenza e delle riserve alimentari da accumulare in questo periodo  in cui  si  affronta il passaggio dall’inverno alla primavera,  simbolicamente dalla morte alla vita.

Ma  le chiacchiere  rappresentano il simbolo  del carnevale  anche  a livello internazionale visto che vi sono Paesi quali la Polonia in cui ne esiste una versione ancora più golosa poichè tra gli ingredienti è anche prevista la panna acida. Si chiamano faworki, termine che viene dal francese faveur che indicava i nastri con cui anticamente si adornavano le belle dame. Di certo il nome attribuito dai polacchi è molto più romantico e galante rispetto a quello di ” chiacchiere” che pur riferendosi ad una prerogativa femminile lo fanno con un’accezione non proprio positiva.

Per i nostri lettori amanti della tradizione riportiamo, di seguito la ricetta originale delle chiacchiere nella versione  al forno altrettanto buona ma meno calorica.

CHIACCHIERE  ALLA CANNELLA E SCORZA D’ARANCIA

Ingredienti:

300 gr di farina + 50 gr di amido di mais (oppure 350 gr di farina),  8 gr di lievito per dolci, 70 gr di zucchero di canna,  un pizzico di sale, scorza grattugiata di un’arancia, 50 gr di olio d’oliva, 30 gr di vino bianco, 130 gr circa di latte ( vegetale), un cucchiaio abbondante di cannella, zucchero a velo.

Impastate  tutti gli ingredienti  a mano o aiutandovi con un’impastatrice unendo il vino bianco poco alla volta fino ad ottenere un composto compatto ed omogeneo. Date all’impasto la forma di una palla e avvolgetela in un canovaccio pulito. Lasciatela  riposare per circa mezz’ora. Trascorso questo tempo , prendete dei pezzi di pasta e tiratela sottile  con l’aiuto di una macchina per pasta.  Ritagliate  tante strisce rettangolari con l’aiuto di una rotellina. A piacere fate dei tagli anche all’interno. Disponetele su una teglia foderata con carta forno e cuocetele a 180° finchè non saranno croccanti e dorate. Spolveratele con lo zucchero a velo e , a piacere, con la cannella .

Quando alla passione per il cibo, inteso nella sua accezione più nobile di storia e cultura della gastronomia, si unisce quella per la scrittura, può divenire forte l’esigenza di creare un contenitore in grado di riunire tutte le tematiche che ruotano intorno a questo inesauribile argomento.

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