Vini

Fiocco rosa nel mondo enologico. E’ nato “Rosauctoctono”

Per gli appassionati di vini rosati, che hanno compreso le grandi  potenzialità di una tipologia di vino ancora troppo spesso sottovalutata è arrivata una bella notizia. Diamo, infatti, il benvenuto alla neonata associazione tra i Consorzi di tutela dei vini rosati , d’ora in avanti definiti “rosa” per volontà dei promotori , che hanno deciso di associarsi nel nuovo Istituto del vino rosa autoctono italiano, “Rosautoctono”. Si tratta dei Consorzi del Bardolino Chiaretto, Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Bombino Nero, Salice Salentino Rosato e Cirò Rosato, che abbracciano denominazioni del Nord, Centro e Sud Italia e rappresentano certamente l’eccellenza della tipologia nel nostro Paese, con un numero totale di bottiglie che supera i venti milioni annui.

In questo caso,  e speriamo che  sia solo l’inizio,  l’iniziativa merita davvero un plauso poiché   molti territori faticano ad affermarsi nei mercati internazionali poiché privi un unicum che valorizzasse tutta la denominazione e la tradizione di qualità della zona. Più facile spesso imbattersi in gelosie e invidie o, addirittura, in vere e proprie diffamazioni del vicino di vigna e di cantina.

Oggi, infatti,  nonostante una crescita di interesse negli ultimi anni, il comparto del vino rosa in Italia rappresenta appena il 6% dei consumi, mentre in Francia il “rosé” arriva senza difficoltà al 30%.

Pochi conoscono la grande versatilità di una tipologia di vino in grado di reggere egregiamente il “ tuttopasto” scevro dai pregiudizi legati agli abbinamenti, assolutamente superati,  rosso/carne- bianco/pesce che riesce a coniugare con grande armonia ed equilibrio. In  Italia il vino rosa, eccezion fatta per i territori tradizionali di produzione, è ancora  visto con diffidenza poiché manca una corretta e costante comunicazione e  i consumatori hanno ancora tante errate convinzioni (basti pensare che alcuni pensano ancora che il rosato derivi dall’unione di vino bianco e vino rosso).
“Oggi nel mondo –si bevono 24 milioni di ettolitri di vino rosato, ma l’Italia deve e può raggiungere posizionamenti più importanti. Abbiamo capito che la tradizione e la qualità non bastano, c’è bisogno di una strategia comune, trasversale a tutto il Paese, per questo abbiamo deciso di fondare l’istituto, che ha come fine prioritario favorire una promozione unitaria e rafforzata dentro e fuori i confini nazionali” ha detto Franco Cristoforetti, presidente della neonata associazione nonché del Consorzio del Bardolino e Chiaretto.

Tante  le iniziative già in programma tra cui, oltre all’imminente edizione di Vinitaly, la costituzione di un Osservatorio permanente che fornisca una fotografia completa e puntuale del settore, con l’ausilio di Valoritalia e Federdoc. Non meno importante , inoltre, l’idea di attivarsi presso ristoranti e locali per ottenere nella carta dei vini la dicitura “vino rosa” che contempli le produzioni italiane ma anche straniere.

“In Italia – conclude  Cristoforetti – va creata una cultura del consumo per una produzione finora perlopiù sconosciuta. Per il vino rosa cerchiamo dignità e valore di mercato, con un lavoro di filiera che contempli anche la catena distributiva”.

Quando alla passione per il cibo, inteso nella sua accezione più nobile di storia e cultura della gastronomia, si unisce quella per la scrittura, può divenire forte l’esigenza di creare un contenitore in grado di riunire tutte le tematiche che ruotano intorno a questo inesauribile argomento.

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